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Vi siete mai chiesti cosa si nasconda al di sotto del pullulante centro storico di Napoli?
Se vi interessa davvero scoprirlo, basterà una semplice visita alla Napoli sotterranea. Accompagnati da una delle guide multilingue dell’omonima associazione, scenderete a circa 40 metri di profondità e qui, addentrandovi tra gli stretti cunicoli e gli umidi anfratti del sottosuolo partenopeo, conoscerete una storia ben diversa da quella che si è consumata parallela in superficie, ma altrettanto ricca ed affascinante.
Una storia millenaria che ha visto il ventre di Napoli assumere nel tempo forme, funzioni e sfumature diverse, trasformandosi da preziosa cava per l’estrazione del tufo in un inattaccabile ricovero anti-aereo, durante gli anni della Seconda Guerra mondiale.
Ma procediamo per tappe.
Tutto inizia nel IV secolo a. C. quando i coloni Greci decidono di sfruttare la morbida e friabile pietra tufacea per la realizzazione dei loro monumentali edifici e fortificazioni.
Meno creativi dei Greci ma dotati indubbiamente di un maggiore e spiccato senso pratico, i romani pensano invece di utilizzare le gallerie sotterranee per il trasporto di acqua potabile nelle case. E per farlo si servono dell’incredibile destrezza ed agilità dei cosiddetti “pozzari”: esseri misteriosi avvolti da un lungo mantello e con un elmetto in testa ( per proteggersi dalla grande umidità ) che hanno il compito di prelevare l’acqua dai pozzi per portarla in superficie. Un metodo senz’altro ingegnoso per l’epoca, di cui i cittadini napoletani beneficiano fino al 1885, quando una terribile epidemia di colera rende impossibili le normali funzioni dell’acquedotto.
Nonostante il triste evento, la vita del sottosuolo partenopeo prosegue imperterrita il proprio corso. A restituirle importanza e “notorietà”, lo scoppio del secondo conflitto mondiale che trasforma gli stretti cunicoli in un sicuro rifugio anti-aereo che offre protezione ed ospitalità a circa 4.000 persone. E mentre fuori piovono bombe, al di sotto della città intere famiglie cercano di ricostruire la propria vita. C’è chi racconta addirittura di fidanzamenti e matrimoni, testimoniati da alcune romantiche incisioni come quella, ancora oggi visibile, che inneggia ad “Anna e Renzo oggi sposi XX 9 1943”.
Ma anche per i felici coniugi, come per gli altri rifugiati, arriva il momento di ritornare allo “scoperto”, dove li attende una spiacevole sorpresa: i bombardamenti aerei hanno devastato le loro abitazioni insieme a quelle di tantissime altre persone. Tutti insieme decidono così di rimboccarsi le maniche e ricostruire ciò che è andato distrutto. Purtroppo non dispongono di mezzi di trasporto adeguati e devono, perciò, utilizzare come deposito quella che fino a poco tempo prima era stata la loro casa. I frammenti di tufo sparsi ovunque per la città vengono così restituiti alla propria madre: la Napoli sotterranea.
Ora che ne sapete un po’ di più, non vi resta che scendere nelle viscere di Napoli e partire per un incredibile viaggio alla scoperta delle zone più misteriose e affascinanti della città. E se vi sembrerà di udire uno strano vociare, non spaventatevi. Potrebbe trattarsi del “munaciello napoletano”, protagonista di una nota e curiosa leggenda ancora assai viva nell’immaginario collettivo. Molti di voi ne avranno sentito sicuramente parlare. Per chi, invece, ancora non lo conoscesse, il munaciello è uno spiritello dispettoso ed imprevedibile che si dice abitasse gli appartamenti di alcuni napoletani. Mentre agli inquilini che aveva in simpatia faceva apparire miracolosamente soldi nel cassetto o vestiti nel guardaroba, a quelli che si comportavano male riservava il trattamento esattamente contrario: furtarelli vari tra cibo e oggetti di valore per arrivare, nei casi peggiori, a calci e ceffoni sferrati nel cuore della notte, nella più totale incredulità dei coniugi che finivano per darsi la colpa a vicenda.
C’è chi, ancora oggi, giura di vederlo aggirarsi avvolto nel suo saio tra gli stretti vicoli della Sanità e dei Tribunali, proprio laddove è situato l’ingresso principale alla Napoli sotterranea. Secondo i più scettici, invece, dietro la leggendaria figura del munaciello non ci sarebbe altri che il famoso pozzaro che, risalendo dai pozzi nei cortili delle abitazioni, ne approfittava talvolta per fare uno spuntino o per ricompensare la propria fatica con qualche furto di denaro o gioielli d’oro. A pensarci bene, la descrizione fisica del pozzaro corrisponde perfettamente a quella del munaciello: un uomo di piccola statura avvolto da un lungo mantello che poteva essere scambiato per il classico saio da frate e con un elmetto a “scodella” che poteva sembrare la chierica di un francescano.
Ma questo è solo uno degli innumerevoli casi in cui la storia della Napoli sotterranea si mescola magicamente al mito e al folklore. Il resto li scoprirete strada, anzi “cunicolo” facendo!
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