Per chi desidera avere una visione d’insieme di Napoli, il luogo perfetto è senza dubbio il belvedere di San Martino, il punto più panoramico della città.
Qui, proprio sulla sommità della collina del Vomero, sorge la Certosa di San Martino, splendido complesso monastico costruito nel 1325 per volere del duca di Calabria Carlo d’Angiò.
Il progetto architettonico viene affidato a Tito di Camaino e ad Attanasio Primario che, seguendo i gusti dell’epoca, realizzano un imponente edificio in perfetto stile gotico. Ma della struttura originaria restano solo i grandiosi sotterranei. La Certosa di San Martino subisce, infatti, nel corso dei secoli molte modifiche e rimaneggiamenti.
Il risultato finale? Una sintesi sublime tra l’eleganza rinascimentale e l’esuberanza decorativa tipica dello stile barocco, merito del lavoro “certosino”di tre importanti architetti: Giovanni Antonio Dosio, Cosimo Fanzago e Nicola Tagliacozzi.
Oltre che per la vista mozzafiato sul golfo di Napoli e sul suo centro storico, la Certosa di San Martino è celebre per la splendida Chiesa angioina, anch’essa oggetto nel tempo di profondi cambiamenti stilistici e architettonici. Anche qui gli elementi gotici scompaiano per lasciar spazio alla grandiosità e al fasto barocco, ben visibile soprattutto all’interno della chiesa arricchita da affreschi, marmi, stucchi, decorazioni realizzati dai migliori artisti dell’epoca. Si ricordano: Luca Giordano, Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera.
Nel 1866 la Certosa di San Martino si trasforma, sotto la spinta promotrice di Giuseppe Fiorelli, nel “Museo storico “ della città, destinato ad accogliere le più importanti testimonianze della civiltà e della cultura partenopea.
Inaugurato nel 1900, il Museo di San Martino ospita diverse sezioni.
La più nota, tra quelle visitabili, è la Sezione dei presepi, frutto di una tradizione secolare che conosce davvero pochissimi rivali.
I presepi del Museo di San Martino sono animati da figure realizzate dai più grandi scultori dell’epoca e gli abiti che indossano, confezionati dai sarti del mondo nobiliare e aristocratico.
Notevole per la bellezza ma soprattutto per le dimensioni è il Presepe Cuciniello, così chiamato dal nome del suo donatore, il commediografo Michele Cuciniello. Esso rappresenta tre famosi episodi tratti dal Vangelo e relativi alla Natività: San Giuseppe e la Madonna che chiedono accoglienza ad un oste, la nascita di Gesù e l’arrivo dei pastori e dei re Magi.
Molto interessante anche la Sezione Immagini e memorie che illustra la storia e lo sviluppo urbano di Napoli dal Quattrocento all’Ottocento, dalla monarchia angioina e aragonese fino all’unificazione della penisola.
Imperdibile per gli appassionati e gli studiosi di teatro la Sezione teatrale con la maschera di Pulcinella, gli schizzi del Teatro San Carlo e gli allestimenti scenografici di Antonio Niccolini.
Assai suggestiva anche la Collezione Orilia con le splendide porcellane di Capodimonte, le ceramiche, le boiserie, donate al museo da Maria Teresa Orilia in memoria del marito Marcello.
Infine, il museo accoglie una ricca sezione topografica, un interessante sezione navale e una sezione dedicata all’Ottocento napoletano.
Un consiglio per completare la visita? Una bella passeggiata nei giardini della Certosa.
La Certosa di San Martino è raggiungibile con la Metropolitana Linea 1 fermata Piazza Cavour, poi cambio con la Metropolitana Collinare linea 2 fermata Piazza Vanvitelli. Funicolari per il Vomero, poi a piedi o con l’autobus.
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