Originariamente chiamato Belforte, Castel Sant’Elmo è uno splendido castello medievale situato sulla collina del Vomero a Napoli, laddove un tempo sorgeva una cappella dedicata a Sant’Erasmo, da cui deriva il nome Sant’Eramo, Sant’Ermo e infine Sant’Elmo.
La realizzazione del castello avviene nel 1329 per volere di Roberto d’Angiò, con lo scopo di fornire alla città un nuovo mezzo di difesa. L’incarico viene affidato agli architetti Francesco de Vico e Tito da Camaino.
Circa due secoli dopo, il castello subisce altri lavori di fortificazione voluti da Carlo V e diretti dal viceré Don Pedro de Toledo che commissiona la ricostruzione dell'intero edificio a Pedro Luis Escrivà, esperto architetto militare.
Il risultato finale? Un’imponente struttura a pianta stellare con sei punte che ben si addice alla funzione strategico-difensiva. A proteggerla dagli attacchi esterni, ampie cannoniere collocate lungo i bastioni e“ciclopiche” mura circondate da un profondo fossato.
Nel 1604 la funzione di Castel Sant’Elmo cambia. Da fortezza inespugnabile si trasforma in un carcere militare che imprigiona tra gli altri, Tommaso Campanella, irriducibile avversario delle scuole teologiche ufficiali.
Nel 1587, alcune parti dell’edificio vengono gravemente danneggiate a causa di un fulmine che si scaglia sul deposito delle munizioni, provocando una violenta esplosione.
Tra il Seicento e il Settecento, Castel Sant’Elmo attraversa fasi di grande turbolenza: dalla celebre rivoluzione di Masaniello nel 1647 all’assedio austriaco nel 1707 per finire all’occupazione dei repubblicani durante i moti popolari del 1799.
Oggi, Castel Sant’Elmo riveste una funzione completamente diversa. È diventato uno dei centri espositivi culturali più attivi ed importanti della città, sede di eventi e manifestazioni culturali temporanee, nonché di congressi e meeting. Imperdibile meta per gli amanti di arte e cultura, Castel Sant’Elmo è il luogo ideale anche per i più romantici ai quali propone un panorama indimenticabile sul golfo di Napoli e sul suo caratteristico centro storico.
Dal 4 marzo 2010 Castel Sant’Elmo ospita, nelle sale del Carcere alto, il Museo del Novecento nato con il preciso scopo di documentare la ricca produzione artistica napoletana racchiusa tra due emblematiche date: il 1910, anno della prima secessione a Napoli e il 1980, anno del terribile terremoto che devastò l’Irpinia ed altre aree meridionali.
Affiancandosi agli altri musei d’arte contemporanea presenti a Napoli, il MADRE (Museo d’Arte contemporanea Donna Regina) e il PAN (Palazzo delle Arti di Napoli), il Museo del Novecento sembra discostarsene negli intenti, fornendo alla città un interessante spunto di riflessione su un periodo storico finora dimenticato o poco conosciuto.
Una raccolta di oltre 150 opere tra dipinti, sculture, disegni ed incisioni, realizzate da 90 artisti partenopei e alcuni “forestieri”, molti nomi noti uniti ad altri semiconosciuti, ma tutti accomunati dall’indelebile segno impresso nel volto del secolo breve napoletano.
Opere donate dagli artisti, prestate in comodato d’uso dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto che confluiscono in un percorso espositivo cronologico articolato in tre sezioni:
1. dalla documentazione della Secessione dei ventitré (1909) o del primo Futurismo a Napoli (1910-1914) al movimento dei Circumvisionisti e del secondo Futurismo (anni Venti-Trenta);
2. dalle varie testimonianze su quanto si produsse tra le due guerre alle esperienze succedutesi nel secondo dopoguerra (1948-1958),
3. dal Gruppo ‘Sud’ al cosiddetto Neorealismo, dal gruppo del M.A.C. all’Informale o al Gruppo ’58.
Una sezione a parte è invece dedicata agli anni Sessanta e agli Settanta, quando anche nell’arte si fanno vivi i primi segnali di contestazione contro l’assenteismo istituzionale in merito alle importanti questioni sociali dei cosiddetti “anni di piombo”. Fino ad arrivare ai nuovi linguaggi visivi sperimentati negli anni Ottanta.
Il Museo Del Novecento è un museo in cui l’arte si lega in modo viscerale al contesto storico della città, attraverso l’interpretazione di artisti del calibro di Salvatore Emblema, Mimmo Paladino, Vincenzo Gemito, Francesco Galante, Edgardo Curci, Emilio Notte, Riccardo Dalisi e davvero tanti altri.
Un museo dal taglio decisamente tradizionale, ma in cui il passato strizza l’occhio al futuro promettendo grosse novità ed altri interessanti progetti.
Insomma, un museo “in progress”, proprio come recita il sottotitolo.
Da tre anni, poi, il celebre castello rappresenta la cornice ideale per gli tutti gli appassionati della grande musica (dai maestri della scena jazz ai protagonisti del genere popolare) grazie alla manifestazione sonora "Sant’Elmo estate"
Un buon modo per trascorrere le calde serate estive e un’ottima scusa per fare una bella gita a Napoli!
Per raggiungere Castel Sant’elmo, prendere co la Metropolitana Linea 1 fermata Piazza Cavour, poi cambio con la Metropolitana Collinare linea 2 fermata Piazza Vanvitelli. Funicolari per il Vomero, poi a piedi o con l’autobus.
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